|
Il pensiero della settimana
|
|
La tradizione ebraica vede nella nudità dell’uomo, che si nasconde dalla presenza di Dio, l’umanità rimasta priva dell’“abito di luce”, dopo il peccato. Ma alla voce di Dio che chiamava («Dove sei?») ha risposto una donna: «Ecco la serva del Signore». Maria Immacolata è la “nuova Eva”, che si è lasciata trovare e amare dal Signore; terra fertile tutta esposta alla luce della grazia, senza ombre o angoli oscuri. La liturgia ci fa guardare alla sua immacolata concezione in vista del meraviglioso progetto di Dio, quello che Paolo chiama «il disegno d’amore della sua volontà». In lei, infatti, resa feconda dallo Spirito, Dio ha intessuto il nuovo abito di luce nella carne del Figlio, per rivestire l’umanità della sua bellezza intatta e primigenia. Maria Immacolata, la “Tutta bella”, ci ricorda che prima di tutto c’è la grazia di Dio, c’è il suo amore gratuito a cui «nulla è impossibile». Nel suo “eccomi” ci siamo anche noi, «scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità». Nel disegno di Dio il peccato non è stato la prima parola e neanche sarà l’ultima!
Sorelle Clarisse, Monastero Immacolata Concezione - Albano L. (RM)
|