< Previous- 10- La decorazione dipinta Oltre alle due già citate incoronazioni (nel catino absidale e nella volta della quarta campata della navata centrale), ben poco si conserva della decorazio- ne dipinta: qualche brandello duecen- tesco sul fronte del presbiterio con San Pietro e una santa coronata (fig. 16). Nella piccola abside del braccio destro del transetto è dipinta una rara Dormi- tio Virginis del XII secolo (fig. 15); di fronte, sulla controfacciata del transetto sinistro, la Madonna in trono col Bam- bino e due Santi è della prima metà del XIV secolo. Il Padre eterno benedicente nel clipeo al centro della cupola e i due tondi con Agnus Dei nelle volte del transetto (fig. 17), della fine del XV secolo, sono attri- buiti a Giovanni e Agostino da Vaprio (Albertario, 1996). Le Chiese di Pavia 18) Capitello con draghi alati (cripta) 19)Capitello con figura femminile e intrecci vegetali (navata sinistra) 20) Annunciazione (prospetto del transetto meridionale) 15 16 17 15)La Dormitio Virginis(affresco nell’abside del transetto destro) 16) San Pietro e una santa coronata 17) L’ Agnus Dei nella raggiera fiammeggiante di età sforzesca- 11- La scultura Più ricca e meglio conservata si rivela la decorazione scolpita, ampiamente presente sia all’esterno (modanature dei portali e fasce distribuite sui pro- spetti), sia all’interno (cornici marcapia- no e capitelli). Cancellata quasi totalmente l’originaria policromia, sopravvive però una straor- dinaria varietà di figurazioni: vegetali (foglie, palmette, girali) animali (aquile, cavalli, leoni, pesci ecc.) mostri (draghi, sfingi, sirene, cavalli alati) e figure uma- ne (figg. 18 e 19), ma anche scene di contenuto narrativo, come Daniele nel- la fossa dei leoni o la famosa Morte del giusto (fig. 6). Riferendosi ai capitelli, che sono in «stretta simbiosi con l’architettura», Pe- roni osserva che «debbono considerarsi tra le manifestazioni più alte della scul- tura romanica lombarda» (1967, p. 121). San Michele 19 20 18- 12- Prima cappella a destra: della Madonna La pala dell’altare, una Madonna col Bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco (fig. 21), eseguita nel 1601 da Gugliel- mo Caccia il Moncalvo, che si trovava in precedenza nel transetto settentrionale (Bertolasio, Cronistoria ), è stata qui tra- sferita, tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta del XX seco- lo, in sostituzione della ottocentesca Vergine con San Sirodi Pasquale Mas- sacra (riproduzione su tela dell’affresco secentesco di Via Lunga), ora collocata nel transetto meridionale. La decorazione ad affresco è opera di Giovanni Francesco Romani, datata 1608. Oltre ai profeti Davide e Salomo- ne, sono dipinti quattro episodi della vita della Vergine ( La visitazione , La natività di Cristo , L’adorazione dei Magi e La fu- ga in Egitto) e i simboli mariani tratti dal- le litanie (il pozzo, la fonte, il tempio). Nella volta antistante sono rappresen- tati i quattro Dottori della Chiesa e, nei tondi, i simboli dei quattro Evangelisti (fig. 22), eseguiti da Bernardino Lanza- ni da San Colombano intorno al 1508. Le Chiese di Pavia 21- 13- San Michele 21) La cappella della Madonna con la pala del Moncalvo 22)La volta con i quattro Dottori della Chiesa e, nei tondi, i simboli degli Evangelisti 23)L’incontro della Vergine con Sant’Elisabetta 24) La fuga in Egitto con l’albero che si piega per lasciar cogliere i suoi frutti 22 2324- 14- Seconda cappella a destra: dell’Addolorata La cappella venne realizzata nel 1746 per volontà del canonico Giacomo Anto- nio Bassi. Nella ricca incorniciatura marmorea po- licroma dell’altare settecentesco, il grup- po in terracotta del milanese Giovanni Santi (XVIII secolo) raffigura la Pietà. Sulla parete di fondo sono dipinti ange- li che reggono gli strumenti della Pas- sione eseguiti da Osvaldo Bignami. Sulla volta della campata antistante nel 1866 sono stati dipinti da Paolo Barbotti quattro beati di Casa Savoia (Umberto III, Margherita, Amedeo IX e Lodovica) accompagnati dai quattro stemmi dei domini originari: Moriana, Savoia, Chia- blese e Aosta (C. Dell’Acqua, 1875), dipinti da Giuseppe Tacconi. Le Chiese di Pavia 25)La cappella dell’Addolorata 25- 15- Transetto meridionale Il braccio destro del transetto presenta una piccola abside di cui non si cono- sce la funzione, nella quale è dipinta una Dormitio Virginis (fig. 15). Nella volta il tondo con l’Agnus Deiè circondato dalla grande raggiera di età sforzesca riscoperta in un recente re- stauro (fig. 17). Nella parte superiore della parete orientale, che sottili lesene scandisco- no con eleganti arcate, si conserva una finestra di inconsueta forma ovale con l’elegante vetrata raffigurante l’arcan- gelo Michele. Nella prima cappella a destra si con- serva il presepe ligneo(fig. 26) poli- cromo di Baldino da Surso databile al 1473, unica porzione rimasta di un al- tarolo richiudibile, in cui figuravano an- che i Santi Giovanni Battista e Evange- lista (Piretta, 2005) Nella seconda cappella,la statua li- gnea della Madonna del Rosario, inse- rita nella bella incorniciatura settecen- tesca, proviene da San Tommaso e sostituisce quella donata dalla signora Lucrezia Battanoli che «fece erigere anche l’altare a proprie spese nell’anno 1785» (C. Dell’Acqua, 1875) Nella terza cappella, a sua volta di im- pronta settecentesca, è stato recente- mente ricollocato il bel polittico ligneo policromoa rilievo(fig. 27)del XV se- colo organizzato su due registri scandi- ti da paraste che separano tre archi per ogni livello. In alto, al centro, il Cristo in pietà tra Santo Stefano papa e Santa Barbara; sotto, al centro, la Madonna col Bambino che presenta la croce a Santo Stefano martire; ai lati i Santi Lo- renzo e Agostino. San Michele 26)Il presepe ligneo di Baldino da Surso 27) Il polittico ligneo (XV secolo) 26 27- 16- Transetto settentrionale Nel braccio sinistro del transetto la prima rientranza più vicina al presbiterio era dedicata nel Cin- quecento a San Giovanni Evan- gelista, nell’Ottocento a San Ca- millo de Lellis, mentre negli anni sessanta del Novecento conte- neva una statua della Madonna di Lourdes. Ora ospita il crocefisso di Teo- dote(fig. 28), una preziosa ope- ra del X secolo, in lamina d’ar- gento con dorature e con gli oc- chi di pasta vitrea. Alle estremità dei bracci della croce sono raffigurati, in alto, entro due clipei, il sole e la luna, ai lati la Madonna e San Gio- vanni. Ai piedi, accanto alla figura do- lente della Maddalena, compare -in piccolo- la badessa commit- tente, che l’iscrizione identifica come Raingarda. Il crocefisso, proveniente, alla fi- ne del Settecento, dal soppres- so monastero di Santa Maria Teodote (o della Pusterla), è stato collocato nella sede attua- le, entro una teca climatizzata, solo dopo il recente restauro (maggio 2002). In precedenza si trovava, in po- sizione simmetrica, nel transetto meridionale entro un’incornicia- tura lapidea (là dove ora è tor- nato il polittico ligneo con la Vergine tra i santi). Una breve iscrizione ne van- tava una leggendaria antichis- sima origine, poco credibile ma molto intrigante, che lo ri- feriva ad Abgaro sovrano di Edessa, ai tempi della morte di Cristo: «Abgarus Assirio- rum rex / hanc prodigiosam imaginem / fecit / anno in quo Christus mortuus est». Alla sinistra, il fonte battesi- male, con il relativo ciborio, è stato realizzato nel 1851 dallo scultore Santino Cattò, su di- segno dell’architetto Giovanni Battista Vergani (Bertolasio). Sostituisce l’altare dedicato a San Michele, dove era vene- rata una statua lignea dell’ar- cangelo ora conservata nella chiesa di San Michele a Mar- zano (Bertolasio). Nella parte superiore della pa- rete, è murato il bassorilievo con la figura di un vescovo (fig. 29) forse Sant’Ennodio, che conserva l’antica policromia (XII secolo). Le Chiese di Pavia 28) Il crocefisso di Teodote (lamina d’argento su supporto ligneo, X secolo) 28- 17- I compatroni: Ennodio ed Eleucadio Magno Felice Ennodio, probabilmente nato ad Arles intorno al 473 o 474, rima- sto orfano dovette spostarsi a Pavia, do- ve venne allevato da una zia. Nel 493 si presentò al vescovo Epifanio che lo ac- colse nel clero pavese. Alla morte di Massimo, successore di Epifanio, fu scelto come vescovo. Il Papa lo inviò co- me ambasciatore a Costantinopoli pres- so l’imperatore romano d’Oriente (nel 515 e nel 517). Là venne messo in ma- re su una barca in disarmo, ma si salvò miracolosamente. Il Pontefice concesse a lui e alla sua diocesi molti privilegi, tra cui il diritto di indossare il pallio (=stola bianca, lunga e stretta, ornata di sei cro- ci, riservata ai pontefici e agli arcivesco- vi). Morì nel 521; le sue spoglie inizial- mente custodite nella chiesa di San Vittore, da lui fondata, vennero poi tra- sferite in San Michele (Lanzani, 1995). Retore e poeta, è autore di numerosi scritti ( Epistulae , Dictiones , Carmina ecc.) che costituiscono un’utile fonte per la conoscenza della storia letteraria, po- litica e religiosa dell’età di Teodorico. La presenza delle sue reliquie fa di lui un patrono della chiesa, al quale presto si affianca Sant’Eleucadio, arcivescovo ra- vennate di origine orientale, successore di Sant’Apollinare (II secolo). L’arca con le reliquie di Eleucadio sa- rebbe stata trasportata a Pavia da Astol- fo nel 751, come bottino della guerra condotta contro i bizantini. Le sue spo- glie vennero poi collocate nell’altare maggiore, accanto a quelle di Sant’En- nodio (1573). Per questo i due santi ve- scovi sono spesso raffigurati insieme: nel paliotto dell’altare (fig. 30), nell’affre- sco con l’incoronazione di un sovrano (fig. in copertina), e sulla facciata della chiesa, in posizione simmetrica, sopra gli ingressi laterali. San Michele 29) Sant’Ennodio (transetto sinistro) 30) Sant’Eleucadio (altare maggiore) 29 30- 18- Prima cappella a sinistra di Sant’Anna Prima intitolata alla Concezione di Ma- ria Vergine, dalla metà del Seicento ri- sulta dedicata anche a Sant’Anna, che ne assume il titolo esclusivo dall’inizio del Settecento, quando la famiglia Bel- lisomi provvede al rinnovamento della cappella (Bertolasio). L’altare ha colonne in marmo nero reg- genti un architrave modanato sovrasta- to da volute divergenti a reggere due angeli dalle ali dorate (fig. 31). La pala con la Sacra Famiglia e Sant’Anna è opera del pittore novarese Pietro de Pietri da Premia (1663-1716). Gli eleganti stucchi hanno recuperato le originarie cromie grazie ad una re- cente operazione di pulitura e restauro (2006). Nei medaglioni ovali, dorati a simulare il bronzo, sono rappresentate rispettivamente La discesa dello Spirito Santo (a sinistra) e La morte della Ver- gine (a destra). Le Chiese di Pavia 31) La cappella di Sant’Anna 31- 19- Seconda cappella a sinistra di Santa Lucia La tela, attribuita a Guglielmo Caccia il Moncalvo (1618-19), raffigura il Martirio di Santa Lucia (fig. 32). Nel medaglione dorato sopra l’altare se- condo Dell’Acqua sarebbe rappresenta- to il vescovo pavese San Crispino, ma secondo Bertolasio si tratterebbe di San Nicola, che era in origine contitolare della cappella. Nell’altare, in un’urna d’argento e cristalli, si conservavano le reliquie di San Brizio, vescovo di Tours, trasferite nella cripta nel 1874. Sulla volta antistante il pittore pavese Pacifico Buzio dipinge nel 1866 il «Ge- nio riverente a Dio». Vengono scelti quattro personaggi della cultura: Dante «theologus», San Tommaso d’Aquino «scholarum doctor», Severino Boezio «senator romanus» e infine il giurista pavese Lanfranco, che divenne arcive- scovo di Canterbury (la chiesa di San Michele conserva una sua reliquia). San Michele 32) La cappella di Santa Lucia 32Next >